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  • I governi cambiano e nessuno ha mai fatto una legge seria sul conflitto di interesse.

    Un tema troppo scottante che non riguarda solo i politici, ma anche giudici e burocrati di stato, da non dimenticare gli amministratori di imprese pubbliche.

    Il conflitto di interesse in queste paese ha dei costi ma costi elevati, tanto elevati, il tutto per mancanza di norme che consente ai conflittisti di interesse di strisciare ai margini della legalità.

    Un serpente che ha a che fare con il nulla politico, perché se non si fa nulla su questa piaga sconosciuta ai più, significa che la politica vive dentro anfratti di percorso, dove dentro questi anfratti vengono lanciati gli slogan per ispirare i domati.

    Il conflitto di interesse entra su tutto, dai sequestri alla mafia, alla nomina dei grandi appalti, dalla ricerca di scientifica alle aste giudiziare, dagli enti alle associazioni finanziate dallo stato, dalle concessioni alle università, dalle consulenze alla legiferazione di certe norme, dai piani regolatori quelli che con la matitina tracciano dove si può e dove non si può, perfino le più stupide strisce blu del piccolo comune entrano in questo gioco.

    Da cose grandi a cose piccole, tutto quello che fa dell'Italia una divisione di popolo, di gente che sta bene non per talento ma perché succhia dalla grande tetta dello stato e gente che sopravvive dei propri mezzi e dei propri talenti che magari ogni tanto incappa proprio in virtù del suo impegno sociale.

    La sottrazione del potere decisionale del popolo, da tutto, anche nei minuscoli quartieri con l'assoluto diniego di ogni controllo del cittadino ha reso il conflitto di interesse una cassaforte inespugnabile.
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